Enogastronomia

L'Acquacotta, zuppa maremmana consumata dall'epoca etrusca fino ad oggi

l'acquacotta è una zuppa di verdure diffusa in maremma fin dall'epoca degli etruschi. Molto nutriente e salutare, era anche economica in tempi in cui la dispensa non era sempre stipata. Ecco come si prepara questa delizia

Vi sono piatti che sono più di una semplice specialità gastronomica ma un vero e proprio reperto storico simbolo di una tradizione millenaria. L’acquacotta maremmana è uno di questi, un piatto tanto semplice quanto glorioso le cui origini si perdono nella notte dei tempi fino all’epoca etrusca. Si tratta di una zuppa composta di ingredienti semplici, ortaggi ed erbe bollite aggiunte a un soffritto di cipolla. Molto nutriente, è un toccasana per la salute e scalda nei mesi invernali.

L’acquacotta è stata per secoli uno dei piatti più consumati in Maremma, anche dopo il crollo della civiltà etrusca. In tempi relativamente recenti veniva consumata da pastori e butteri che trascorrevano lunghi mesi lontano da casa. Questi usavano raccogliere le verdure più comuni e cibarsene dopo averle cotte, un modo economico di mantenersi in salute per uomini che vivevano alla giornata in aperta campagna. Stesso discorso per i minatori, spesso a capo di famiglie numerose, dove l’acquacotta era un modo conveniente per sfamare moglie e figli. Ancora oggi in Maremma l’acquacotta è uno dei piatti più presenti in trattorie e ristoranti.

Elementi di base dell’acquacotta sono le verdure di stagione e, dunque, variabili. Le più frequenti sono cipolla, sedano, pomodoro, fagioli, cicoria carote e cavolo. Queste venivano messe in un tegame a rosolare nell’olio e aggiungendo poi acqua per realizzare il brodo di cottura. Poi si aggiungeva sale e peperoncino e si faceva cuocere a fuoco lento finché le squisite verdure non risultino cotte. A cottura ultimata si poteva aggiungere pane raffermo e, se ci si trovava ben forniti, uova e pecorino. Dopodiché non restava che servire in tavola e gustare questa specialità.

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